I CMOs contestati per il ricorso al contenuto AI per l’ottimizzazione dei motori di ricerca
I Chief Marketing Officers (CMO) sono stati chiamati a rispondere per la loro eccessiva affidabilità sui contenuti generati da intelligenza artificiale per l’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO). Eli Schwartz, autore di Product-Led SEO, ha avviato una discussione su LinkedIn affermando che troppi CMO credono che i contenuti scritti dall’intelligenza artificiale siano una strategia SEO. […]
I Chief Marketing Officers (CMO) sono stati chiamati a rispondere per la loro eccessiva affidabilità sui contenuti generati da intelligenza artificiale per l’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO). Eli Schwartz, autore di Product-Led SEO, ha avviato una discussione su LinkedIn affermando che troppi CMO credono che i contenuti scritti dall’intelligenza artificiale siano una strategia SEO. Ha previsto che ci sarà un momento di verità quando le loro strategie porteranno al fallimento.
Ecco le parole di Eli: “Troppi CMO pensano che i contenuti scritti dall’intelligenza artificiale siano una strategia SEO che sostituirà effettivamente l’effettivo SEO. Questo errore porterà a un’esplosione nella domanda di esperti SEO per aiutarli a correggere il traffico quando scopriranno di essere stati sbagliati”.
La discussione ha ricevuto 54 commenti e tutti erano concordi con Eli, tranne una persona. Google, dal canto suo, ha mantenuto la sua politica sull’uso dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale nonostante abbia aggiornato le linee guida e le politiche anti-spam il 5 marzo 2024, contemporaneamente al rollout dell’aggiornamento dell’algoritmo principale di marzo 2024. Molti editori che utilizzavano l’IA per creare contenuti hanno segnalato una perdita di posizioni nei risultati di ricerca.
Google ha scritto queste linee guida specificamente per i contenuti autogenerati, compresi i contenuti generati dall’IA. La nuova politica si basa sullo stesso principio di non favorire la manipolazione dei risultati di ricerca attraverso l’automazione. Inoltre, ribadisce che produrre contenuti in modo massiccio è considerato abusivo se fatto con l’obiettivo di manipolare i ranking di ricerca.
Molti partecipanti alla discussione di Eli concordavano sul fatto che la dipendenza dall’IA da parte di alcune organizzazioni potrebbe ritorcersi contro di loro. Per saperne di più sulla discussione su LinkedIn, puoi visitare il link fornito.
In conclusione, l’uso dell’IA per creare contenuti non è in sé dannoso, ma lo diventa quando viene utilizzato in modo distorto per manipolare i risultati di ricerca. È importante mantenere un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la qualità dei contenuti per garantire una buona visibilità sui motori di ricerca.